Inquinamento luminoso
Per inquinamento luminoso in senso stretto si intendono gli effetti della dispersione nel cielo notturno di luce prodotta da sorgenti artificiali, in particolare impianti di illuminazione esterna (strade, piazzali, monumenti, parchi e giardini, etc.).
Studi condotti a livello nazionale confermano le valutazioni emerse a livello internazionale: il 30 - 35% dell'energia elettrica impiegata per il funzionamento degli impianti di illuminazione esterna è inviata verso l'alto. Questo spreco di energia, quantificato in 2.500 milioni di kWh/anno, pari a circa 400 miliardi di lire, produce circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Il risparmio di tale spreco equivarrebbe al beneficio apportato da una estensione forestale ad alto fusto pari a circa 200 mila ettari.
Questi dati inducono ad una nuova presa di coscienza del fenomeno, nella direzione di un più calibrato sistema di illuminazione che eviti ogni forma di spreco e di installazione dispersiva.
La Regione Toscana, analogamente ad altre realtà regionali (Lombardia, Lazio, Valle d'Aosta, Veneto, Piemonte), ha affrontato tale problematica approvando una legge finalizzata alla prevenzione dell'inquinamento luminoso e alla tutela degli osservatori astronomici, professionali e non, presenti nel territorio toscano: la Legge Regionale 21 marzo 2000, n°37.
La nuova legge fornisce indicazioni di merito relativamente alla realizzazione del Piano regolatore della illuminazione, strumento fondamentale per la limitazione della dispersione del flusso luminoso. Il piano regolatore consente non solo di ridurre l'inquinamento luminoso ma soprattutto di razionalizzare i consumi di energia elettrica. Le linee guida e i criteri applicativi della legge saranno contenuti nel Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso (PRPIL) e nel Piano Comunale di Illuminazione Pubblica (PCIP).
L'effetto più eclatante dell'inquinamento luminoso è l'aumento della brillanza1 naturale del cielo notturno e la conseguente perdita della possibilità di percepire gli oggetti luminosi (stelle, pianeti). La capacità di vedere le stelle è infatti dovuta non solo alla capacità di rivelare la loro radiazione ma anche al contrasto tra la luminosità2 della stella e quella dello sfondo. Pertanto la brillanza del cielo è un indicatore del livello globale di inquinamento luminoso.
La misura della brillanza di un oggetto celeste di dimensioni puntiformi è espressa in magnitudini3. Magnitudine visuale, brillanza e luminosità sono legate tra loro dalle seguenti espressioni4:
mvis = 26,33 - 2,5 log10b (lm/cm2)
mvis = 12,59 - 2,5 log10b (cd/m2)
Tali relazioni ci consentono di definire la brillanza media o la luminosità del cielo limpido (nonché la frazione di stelle visibili) a partire dalla misura "visuale" della magnitudine limite (vedi tabella 1).
Mag. Lim. Visuale |
Brillanza Cd m-2 |
Luminosità L |
% stelle visibili |
n° stelle sopra 30° sull'orizzonte |
0.0 |
58.6 |
3.1 107 |
0.02% |
|
1.0 |
31.8 |
1.0 107 |
0.1% |
3 |
2.0 |
8.9 |
2.8 106 |
0.5% |
10 |
3.0 |
1.7 |
5.4 105 |
1.7% |
36 |
4.0 |
0.057 |
1.8 104 |
6.3% |
130 |
4.5 |
3.6 10-3 |
1138 |
11.0% |
230 |
5.0 |
2.0 10-3 |
624 |
19.5% |
400 |
5.5 |
1.0 10-3 |
324 |
33.1% |
690 |
6.0 |
4.9 10-4 |
155 |
57.5% |
1200 |
6.5 |
2.1 10-4 |
65 |
100% |
2100 |
La stima della magnitudine visuale di un sito osservativo diviene quindi un buon indicatore del grado di brillanza del cielo notturno e quindi del livello globale di inquinamento luminoso, rappresentando un valido metodo per il monitoraggio dell'inquinamento luminoso e il controllo degli effetti a medio e lungo termine dovuti all'applicazione della normativa. In attesa della definizione di una metodologia operativa valida per l'intero territorio regionale (n° e tipologia siti di misura - città, osservatori astronomici, parchi naturali,
- stelle di riferimento, condizioni standard del cielo notturno - limpido, assenza di Luna,
- n° misurazioni minime, etc.) e l'attivazione di una campagna di rilevamento che coinvolga le associazioni di astrofili in ambito regionale (la campagna viene promossa e coordinata dal C.A.A.T. - Coordinamento delle Associazioni Astrofile della Toscana), si riportano stime della magnitudine limite (media) per alcune località della Toscana (vedi tabella 2). A tal proposito si ricorda, quale termine di confronto, che per una luminosità del cielo corrispondente alla luminosità naturale (quindi con scarsi livelli di inquinamento luminoso) si trova una magnitudine limite di circa 6,5.
Sito |
Comune |
Provincia |
Mag. Lim. Visuale (media) |
Fonte |
Oss. Astronomico Montagna Pistoiese, loc. Pian dei Termini |
San Marcello Pistoiese |
Pistoia |
6,0 |
Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese |
Oss. Astronomico Comunale "Aronte", loc. Pian della Foiba |
Massa |
Massa |
6,0 |
Gruppo Astrofili Massesi |
Massa città |
Massa |
Massa |
4,0 - 4,5 |
Gruppo Astrofili Massesi |
Oss. Astronomico, loc. Punta Falcone |
Piombino |
Livorno |
5,0 |
Associazione Astrofili di Piombino |
Piombino città |
Piombino |
Livorno |
4,5 |
Associazione Astrofili di Piombino |
Loc. Montioni |
Suvereto |
Livorno |
6,0 |
Associazione Astrofili di Piombino |
Staz. Astronomica "Poggio Cardinale", loc. Siena |
Siena |
Siena |
4,0 - 4,5 |
Unione Astrofili Senesi |
Oss. Astronomico "Città di Siena", loc. Poggio al Vento |
Siena |
Siena |
4,5 |
Unione Astrofili Senesi |
Oss. Astronomico della Provincia di Siena, loc. Montarrenti |
Sovicille |
Siena |
5,0 - 5,5 |
Unione Astrofili Senesi |
Loc. Petriolo |
Monticiano |
Siena |
5,5 |
Unione Astrofili Senesi |
Staz. Astromonica ARO, loc. Guazzino |
Sinalunga |
Siena |
4,5 |
Gruppo di Studio Fotografia Astronomica |
Arezzo città |
Arezzo |
Arezzo |
4,0 - 4,5 |
Gruppo Astrofili Aretini |
Loc. Agazzi |
Arezzo |
Arezzo |
4,5 - 5,0 |
Gruppo Astrofili Aretini |
Alessandro Ghiandai
Gruppo Astrofili Aretini
1 La brillanza o luminanza esprime, nel caso specifico, il flusso luminoso emesso da una unità di angolo solido di cielo entro un'area unitaria perpendicolare alla direzione del flusso. La brillanza si misura in candele per metro quadrato.
2 La luminosità è definita come il flusso luminoso nel semispazio (un emisfero) da un'area unitaria di superficie irraggiante. Nel caso del cielo essa viene intesa come il flusso proveniente da un emisfero e che finisce entro un area unitaria. L'unità di misura della luminosità è il Lambert (L) che equivale ad un lumen per centimetro quadrato.
3 La magnitudine è la misura della brillanza di un oggetto celeste in scala logaritmica. Per ogni unità di magnitudine la brillanza varia di un fattore 2,5. Quindi tra una stella di 1a magnitudine e una di 6a magnitudine corrisponde una differenza di un fattore 100 di brillanza (2,55 = 100). Le più deboli stelle visibili ad occhio nudo sono di magnitudine 6,5, mentre le più brillanti raggiungono la prima, la zero o addirittura una magnitudine negativa (es. Sirio, la stella più luminosa del cielo, ha magnitudine - 1,4).
4 Garstang, R.H. 1986, Model for artificial night-sky illumination, Pub. Astron. Soc. Pacific, 98, 364-375.
Documenti utili sull'inquinamento luminoso :
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